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FRANKENSTEIN foto: Luca Del Pia

da Venerdì, 27 Febbraio 2026 a Sabato, 28 Febbraio 2026

FRANKENSTEIN IVONNE CAPECE

  • regia Ivonne Capece
    con Maria Laura Palmeri (in scena), Lara Di Bello e Giuditta Mingucci (in video)
    drammaturgia Ivonne Capece 
    assistente alla regia Micol Vighi
    sound designer Simone Arganini
    scenografie Micol Vighi
    costumi Micol Vighi
    postproduzione video Cristina Spelti 
    light designer Cristina Spelti 
    riprese video Lorenzo Salucci 
    tecnica Angelo Generali 
    produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale
    location video Fondazione Gualandi a favore dei sordi, Museo di Palazzo Poggi Bologna 

    spettacolo con tecnologia audio binaurale in cuffie wireless
    progetto europeo
     Play-On – New Storytelling with immersive technologies

La storia è un cult: uno studente di scienze naturali decide di creare un essere umano. Studia, uccide animali, recupera parti anatomiche dai cadaveri. L’esperimento è un  successo imprevisto: la Creatura nasce, bellissima e forte. Il suo creatore però si dispera. Ne ha paura. Perché? È questo il vero mistero del romanzo: perché Frankenstein reagisce come fa, perché non è orgoglioso del suo lavoro? Scopriamo che neppure l’autrice, Mary Godwin Shelley, è del tutto a suo agio. Anzi, per tutta la vita smentisce e ridimensiona la portata letteraria della sua opera e il suo interesse verso di essa. Dovrebbe essere felice del capolavoro che ha creato e invece fa di tutto per sminuirne la maternità. La risposta? La Creatura è il Libro.

Lo spettacolo è un originale rovesciamento del modo con cui guardiamo all’opera di Mary Shelley e alla sua inquietante creazione. Questo allestimento racconta un’epoca in cui essere donne e artiste poteva essere un serio problema, in cui ci si poteva sentire “mostruose” se si partorivano libri invece di figli o se si conviveva con un uomo invece di sposarlo. Si racconta di un’epoca in cui una Creatrice teme la genialità della sua Creatura ed è costretta a giustificare la grandezza delle sue ambizioni.

Tra cuffie wireless, ambientazioni virtuali e audio in binaurale, lo spettacolo è un viaggio immerso e onirico nel romanzo e, al contempo, nell’emotività della sua autrice, che confonde se stessa col dottor Frankenstein, la Creatura con l’Opera e i personaggi con i ricordi.


Leggendo Frankenstein due cose hanno attirato la mia attenzione. La prima è la definizione di creazione dal Caos: il dottore non crea qualcosa dalla sua assenza (come una donna) ma dal troppo pieno, cioè dall'iper-presenza. La seconda è il vero mistero del romanzo: perché Frankenstein non è orgoglioso della sua creazione. Mentre leggevo in molti punti provavo una sensazione di fastidio. C'era qualcosa nei personaggi che mi irritava profondamente. Li trovavo superficiali, deboli e, soprattutto, incredibilmente fragili.

Ho collegato i punti per darmi una risposta e iniziato a leggere la storia della fanciulla che scrisse Frankenstein: le sue introduzioni, i suoi ripetuti interventi per ridimensionare la portata letteraria della sua opera, delle sue stesse doti, come se la scrittura fosse un’attività secondaria rispetto al suo felice ruolo di moglie vedova e madre. È lei a dichiarare in più punti di non essere capace di creare dal nulla come i suoi illustri colleghi poeti – e come un vero artista dovrebbe fare - ma solo dal caos, dal troppo pieno: sostiene di aver rubato la storia da conversazioni tra Percy Shelley e il grande Byron, loro sì, veri geni, creatori riconosciuti e in grado di mostrare le loro opere alla luce del sole; è lei a dire che è stato suo marito a desiderare che diventasse un romanzo (mentre lei si sarebbe accontentata di una novella scritta per gioco in una notte di tempesta). Insomma: Mary dovrebbe essere felice del capolavoro che ha scritto e invece fa di tutto per sminuirne la maternità. Molti intellettuali le chiedono in toni garbatamente inquisitori per quali ragioni una giovane di buona famiglia della sua età nutrisse dentro simili fantasie mostruose.

Il romanzo è una visione di futuro: espressione della creatività femminile libera di raggiungere gli stessi gradi di quella maschile. Mary attraverso la sua opera ha visto un potenziale di sé stessa, un femminile nuovo. La storia di Frankenstein è sempre stata etichettata come distopica: il futuro senza Dio, l'uomo che crea artificialmente esseri che non è più capace di controllare, o a cui non vuole riconoscere dignità sociale. E invece Mary è figlia di due progressisti di prim'ordine: William Godwin era un politico e filosofo attivo per i diritti di tutte le classi sociali e per il concetto di uguaglianza, Mary Wollstonecraft una scrittrice ed intellettuale femminista di fama nazionale quando esserlo era tutt'altro che scontato. E perciò Mary non può che scrivere una Grande Utopia: la realizzazione di un'epoca in cui maschile e femminile non sono più categorie classificatorie delle facoltà intellettive e delle potenzialità, in cui la diversità non venga più percepita come mostruosa, in cui un modello di essere umano nuovo e migliore non ci faccia paura. La Creatura era bellissima: il dottore ha sbagliato nel momento in cui ne ha avuto paura. Perché ha avuto paura di se stesso, del suo meglio e del suo futuro.

Ivonne Capece

  • Ivonne Capece è performer, attrice e regista. Si forma con artisti di fama nazionale e internazionale come Carlo Cerciello, Antonio Latella, Yves Le Breton, Pierpaolo Sepe. Studia pianoforte, danza classica e moderna. Laureata in Filologia Medievale e Discipline Teatrali. Direttore artistico e didattico del centro di ricerca formazione e produzione teatrale (S)Blocco5 a Bologna. Dal 2016 inizia la sua ricerca registica. Tra i suoi spettacoli: FRANKENSTEIN produzione Elsinor Centro di produzione teatrale, con tecnologia olografica e binaural; 3 studi performativi finalisti in Biennale College Teatro Sezione Performance internazionale site-specific: GRAAL (2023), LUCY (2022) THINKING BLIND (2021); DUX PINK (2022) e 20/20 (2021) vincitori Bando Memoria Regione Emilia Romagna su Italia fascista e post-fascista; STUDI SU TESTORI Monaca di Monza e Promessi Sposi alla prova (2016-2018). Tra le performance: INSIDE ME. Dialoghi fallimentari con la natura (2020), CORPI ESTRANEI diario visivo della Pandemia (2020); IO NON CI SONO audio-performance urbana (2019); PIACERE DI CONOSCERTI sesso e politiche del corpo con Under18 e Over70 (2018).
    Dal 2022 direttore artistico di Lucy Festival di arti performative technologically oriented, direttore didattico di Cross Alta Formazione per attori/autori. 

    Dal 2023 direttrice didattica della sezione didattica e formazione del Teatro Fontana di Milano Elsinor Centro di Produzione Teatrale.

    Dal 2024 è direttrice artistica del Teatro Fontana di Milano, sede di Elsinor Centro di Produzione Teatrale.

ORARI

VENERDI e SABATO21:00

  • Prezzi

    INTERO: € 18,00 + d.p.

    RIDOTTO*: € 15,00 + d.p.

    *Cral convenzionati, Unicoop Firenze, tessera Arci, over 65, under 26, Università dell’Età Libera

    RIDOTTO**: € 8,00 

    **studenti degli istituti superiori e universitari, tessera Casateatro

    RIDOTTO***: € 5,00 

    ***bambini sotto i 7 anni, operatori

    la biglietteria sarà aperta esclusivamente nei giorni di spettacolo a partire dalle ore 20:00

    si invita a consultare le pagine relative ai singoli eventi per ulteriori informazioni

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