L’immaginario che illumina il buio è ecologico, ma non antropocentrico: figure di esseri ibridi dai contorni sfumati, in cui elementi umani, zoomorfi e astratti si mescolano e si confondono. Apparizioni strane, generate dai percorsi delle mani, in uno scenario di segni geometrici, nelle cavità. Composizioni di esseri che fluttuano in uno spazio immaginario come frammenti onirici. Una stratificazione polimorfa e sonora di corpi astratti e viventi, arti e volti, ossa e mani, che si imprimono, si sedimentano, fanno i versi, dormono nell’ombra e generano sogni. Le cavità del segno indaga il gesto come primo segno naturale, prima traccia del pensiero umano, nelle cavità, all’origine del linguaggio. La ricerca si sviluppa all’interno della relazione tra la gestualità e il suono, nel loro vibrare insieme in profondità. Morfologie cristalline sotterranee prendono forma nel buio in una tensione tra geometria e presenza, segno e immagine.
