Una figura sola attraversa lo spazio, componendo una coreografia di gesti, pose e danze istantanee. È un romanticismo dell’inizio, un moto originario che prende forma nel momento stesso in cui accade. La sua presenza si dispone interamente nel sentimentale, scegliendo di esporsi con sguardo aperto e disarmato alle tensioni che abitano il confine tra privato e pubblico, accessibile e interdetto, dolcezza e disperazione. In questa pratica coreografica, il corpo dichiara una fiducia smisurata nella politica del movimento in sé, nel suo semplice accadere libero e manifesto come resistenza intima e creativa, spazio di emersione e di esposizione radicale contro la morte e l’aridità del mondo.
La nuova creazione si apre e condivide i processi di ricerca in una forma di confronto dialogante e in ascolto dello sguardo del pubblico, trasformando il fare artistico in pratica collettiva e politica.
