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Sabato, 25 Novembre 2023

FILIPPO BRUNELLESCHI. NELLA DIVINA PROPORZIONE TEATRO STUDIO KRYPTON

  • drammaturgia originale Giancarlo Di Giovine
    ideazione, adattamento del testo e regia Giancarlo Cauteruccio
    con Roberto Visconti
    musiche originali Gianni Maroccolo
    scenografia digitale e costumi Massimo Bevilacqua
    ricerche letterarie e iconografiche Anna Giusi Lufrano
    elaborazioni visuali Nadia Baldi e Alessio Bianciardi
    una produzione Teatro Studio Krypton 

Filippo Brunelleschi. Nella divina proporzione è uno spettacolo nato nel 2020, anno in cui ricorreva il seicentenario della Cupola di Santa Maria del Fiore, capolavoro brunelleschiano iniziato il 7 agosto 1420 e conosciuto in tutto il mondo.
Giancarlo Cauteruccio ne ha commissionato la drammaturgia originale a Giancarlo Di Giovine, studioso di grande sensibilità storica e autore di Rai Storia. Brunelleschi è interpretato da Roberto Visconti, attore storico della compagnia, Gianni Maroccolo ha composto le musiche originali, la scenografia digitale ed i costumi sono di Massimo Bevilacqua.

Il lavoro mette in luce la vita e l'opera di Filippo Brunelleschi, svelando il carattere che si nasconde dietro il grande talento e le geniali intuizioni dell’artista che ha dato vita al Rinascimento. Qui il regista porta in scena il corpo, il pensiero, la solitudine e il carattere spiazzante e impenetrabile di colui che fece della prospettiva e della simmetria gli strumenti della bellezza non più dettata dal caso, dall'ombra e dalla fede, ma dalla ragione, il calcolo, la matematica, la luce. Quella luce chiamata a sovrastare l’ombra medievale.

«Sappiamo tutto dei grandi artisti del Rinascimento Leonardo, Raffaello e Michelangelo. Sappiamo invece molto meno della vita di Filippo Brunelleschi» osserva Di Giovine «eppure Brunelleschi anticipa questi artisti, li prepara, li indirizza verso nuovi orizzonti». Brunelleschi distrugge ogni suo scritto o bozzetto, usa codici segreti così come farà Leonardo, brevetta i suoi progetti, costruisce macchine straordinarie di cui non rivela i meccanismi nemmeno ai committenti. Il suo talento è completo, non trova confini, spazia dall’architettura alla scultura, si dedica allo studio del cosmo. Quello che lascia ai posteri non sono solo cupole, cattedrali e loggiati ma soprattutto un’idea di città e un’idea di mondo che vede al suo centro l’umano. Un’idea che viene da lontano, dalle armonie e le proporzioni delle architetture della antica Roma che Brunelleschi studia, recupera e perfeziona. Nel suo raccontarsi Ser Filippo dice: «Sono un artista, appartengo solo all’arte ed alla bellezza. Ecco i miei figli: facciate, colonne, portici, archi, vuoti e pieni, chiari e scuri. Geometrie di luce… È la matematica a guidare questa rinascita. È la scienza che si fonde con l’arte, che ci porta al centro dello spazio e del tempo. Il bello è la conquista dello spazio e la formazione del tempo. Siamo finalmente al centro del nostro cosmo, padroni di un universo. Le stelle, fuochi che ci girano intorno e fanno luce sul nostro cammino. È Il Rinascimento!». Ne scaturisce l’immagine di un artista/genio che, pur di raggiungere i traguardi della sua opera, “sacrifica” il suo corpo, la socialità e il proprio benessere per darsi interamente al manifestarsi della propria opera. Cauteruccio immagina un viaggio visionario, di forte intensità in cui lo spettatore viene guidato nelle meraviglie brunelleschiane grazie alla suggestione visuale della scenografia dinamico/digitale del video mapping e in cui può rispecchiarsi in un corpo e in un immaginario complessi e magici allo stesso tempo. 

Spettacolo tratto dall'opera video vincitrice e prima classificata nel 2020 del bando Vivere all’italiana sul palcoscenico, un progetto promosso dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale - Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese in collaborazione con la Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura, messa in onda su RAI 5 e sulla piattaforma RAIPLAY.

  • Krypton fonda la sua poetica sull’esplorazione delle tecnologie e della loro applicazione sulla scena e nelle arti. Il suo lavoro ha un’attitudine interdisciplinare che si rivolge al mondo del teatro come a quello dell’architettura e delle arti visive, e l’attenzione all’indagine digitale è una forma di necessità, una risposta dovuta alla sua stessa identità. Krypton ha sempre legato la propria ricerca a progetti nati sotto il segno della sperimentazione tecnologica con creazioni che sin dagli anni Ottanta, cogliendo l’impulso del postmoderno, sono state radicalmente innovative, sia sul piano del linguaggio teatrale sia su quello della applicazione degli strumenti elettronici all’azione del corpo.

    L’uso della modulazione laser e la sua capacità di creare architetture e modificare lo spazio si delinea di volta in volta come una possibilità nuova, in divenire, di intervento sul mondo sensibile. A questa ricerca Krypton affianca un profondo lavoro sulla drammaturgia, dai testi di maestri del Novecento, come Beckett, Pinter e Jarry, alla rivisitazione di testi classici, alla giovane creazione contemporanea. Da anni, inoltre, la compagnia persegue, per prima in Italia, una importante sperimentazione sulla lingua calabrese, sfruttandone l’arcaicità e la carica espressiva e dirompente. In tutte le sue sperimentazioni Krypton mantiene vigile l’attenzione nei confronti delle pratiche artistiche più avanzate, continuando a esplorare un teatro che non è mai scontato. Il suo teatro è inteso come forma d’arte e di creazione conoscibile, un teatro che rappresenta in ogni caso il luogo del corpo, dove la carne è protagonista. La tecnologia, vista come estensione espressiva o strumento di duplicazione e deformazione, rappresenta la vibrazione della carne. Il lavoro di Krypton, dunque, approfondisce le relazioni tra il corpo teatrale e gli apparati tecnologici linguistici audio visuali, e attiva processi creativi che favoriscono la nascita di strumenti di misura delle sensibilità, dei sentimenti, delle tensioni che nella più antica forma di espressione dell’uomo restano ineludibili.  Dal 1991 Giancarlo Cauteruccio e la compagnia Teatro Studio Krypton assumono la direzione artistica di un progetto di residenza al Teatro Studio di Scandicci che include proprie produzioni e attività dedicate ai nuovi linguaggi dell’arte, oltre a laboratori e seminari e dal 2011, grazie alla vincita di un bando comunale, gestisce direttamente la struttura. La compagnia, avvalendosi di una proficua rete di relazioni stabilita con istituzioni provinciali e regionali, con i teatri dell’area fiorentina e nazionale, e con i centri d’arte e gli artisti, ha rilanciato e potenziato il progetto creativo e artistico sul Teatro Studio. Uno dei punti cardine del progetto è stato lo sviluppo degli spazi per la promozione della ricerca teatrale e i nuovi gruppi nazionali, con ospitalità ad ampio raggio, riconfermando il Teatro Studio come uno spazio privilegiato per la sperimentazione. Parallelamente all’attività di progettazione produttiva e di ospitalità, Krypton ha svolto al Teatro Studio corsi di alta formazione professionale per giovani artisti e tecnici. 

    Dal 2015 Krypton non gestisce più il Teatro Studio, ma continua a fare produzione teatrale confermando il suo disegno multidisciplinare applicandolo ai linguaggi innovativi e alle sue sperimentazioni artistiche. Il 2017 è stato l’anno della completa rinascita per la compagnia producendo opere che mettono in contatto arte e territorio.

ORARI

SABATO11:30

  • Prezzi

    Intero 5,00

    Gratuito per gli insegnanti (fino a 2 per classe).

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