Elio Germano presenta un’opera che è al contempo una pièce teatrale, un film e una esperienza in realtà virtuale: Segnale d’allarme. La mia battaglia VR. Nato dallo spettacolo teatrale di cui era attore unico e regista, scritto a quattro mani con Chiara Lagani, questo VR movie nasce dalla collaborazione con Omar Rashid (co-regista del film) ed il progetto multimediale Gold, di cui Rashid è fondatore.
Qual è l’allarme? Questo nostro tempo, il diffondersi del pensiero assolutista fomentato da un’informazione deformata di cui la nostra società è vittima. Le nuove tecnologie che hanno cambiato la comunicazione, se da un lato si propongono come democratiche, dall’altro facilitano la manipolazione del pubblico. È in questo contesto che Elio Germano utilizza e allo stesso tempo critica la modernità del linguaggio che ha scelto. La tecnologia più avanzata offre dunque uno spettacolo disturbante, pensato per scuotere e risvegliare le coscienze. «Uno spettacolo provocatorio che ci mette in discussione come pubblico» racconta Germano. «Cosa stiamo vedendo? A cosa applaudiamo? Chi è il personaggio che abbiamo di fronte? Dove ci sta portando? Un esercizio di manipolazione dagli esiti imprevedibili; per la prima volta il teatro si fa virtuale: indossato il visore e le cuffie, verrete catapultati in quella sala e sarà come essere lì».
Spiega Omar Rashid «La scelta della realtà virtuale, linguaggio che con Elio Germano esploriamo da un qualche anno è stata quella più naturale per poter replicare più volte La mia battaglia. In questo modo è stato possibile evitare di dover sottostare alle problematiche logistiche degli spazi teatrali. È sicuramente la miglior trasposizione possibile per questo tipo di spettacolo, già di per sé immersivo».
Usando le potenzialità della virtual reality viene messo in scena un esperimento nel quale Germano ipnotizza i suoi spettatori, quasi li manipola, con lo scopo di trasmettere quel segnale d’allarme da cui prende il nome lo spettacolo VR stesso.